domenica 12 luglio 2020

Gianluca Villano - Newsletter Luglio 2020


Gianluca Villano – Newsletter 7.1 Luglio 2020




Ciao, eccoci insieme per questo ricchissimo appuntamento mensile. Inizialmente conto di pubblicare un articolo al mese ma vedrò poi con il tempo se sarà necessario integrare le varie informazioni.
Ti ringrazio per l’interesse dimostrato e ti auguro una buona lettura.

Indice:
1- Impressioni di lettura: Il guardiano degli innocenti, primo romanzo della saga di Andrzej Sapkowski
2-   Prima parte della rubrica: Come ho creato il Mondo di Arbor
3-   Idee per le vacanze
4- OMAGGIO SPOILER – stralcio del primo capitolo del quarto romanzo della Saga della Corona delle Rose


Impressioni di lettura: Il guardiano degli innocenti, primo romanzo della saga di Andrzej Sapkowski


La prima edizione italiana del romanzo uscì nel 2010 e ricordo molto bene di averne sfogliato le pagine in libreria ma di non averne acquistato il libro. Non mi colpì particolarmente né la copertina, né la trama. Credo di essere un lettore davvero atipico perché mi faccio coinvolgere sempre dalle stesse storie, con l’eroe inconsapevole, l’affascinante avventuriera che si innamora del protagonista e luoghi meravigliosi da scoprire. Non per altro la Saga della Corona delle Rose è ricca di questi temi.
Della saga di Geralt di Rivia non mi convinse neanche il nome dell’autore, il che fu una grave leggerezza e un giudizio davvero superficiale, lo ammetto. Non era discriminazione ma all’epoca associavo il fantasy unicamente ad autori come Terry Brooks o Margareth Weis & Tracy Hickman.
Poi uscì il gioco per la Playstation4 intitolato The Witcher 3, che acquistai principalmente perché appassionato di Giochi di Ruolo fantasy e di videogames “open world” ma il personaggio non catturò molto la mia attenzione, né il suo ruolo mi convinse ad appassionarmi alle sue storie, quindi il gioco restò a lungo nel dimenticatoio.
A questo punto Netflix realizza una serie, tutti ne parlano, così ho ripreso a giocare al videogame, animato da una maggiore curiosità e alla fine, dopo aver visto tutti gli episodi della serie, ho comprato anche l’ultima edizione cartacea, realizzata dalla Casa Editrice Nord.
Ecco di seguito le mie impressioni:
Il linguaggio è scorrevole, alcune descrizioni sono davvero pregevoli. Ho molto apprezzato la ricercatezza dei termini specifici di quello che potrebbe essere un ipotetico medioevo fantastico e lo stile, semplice e coinvolgente, mi ha permesso di leggere le 370 pagine del libro in poco meno di una settimana. Il che, per me, è davvero straordinario perché non ho molto tempo da dedicare alla lettura. Principalmente ne approfitto sul treno quando vado a lavoro oppure la sera dopo cena, in veranda. Dovete tener conto che riservo parecchio tempo libero anche alla scrittura della Saga di Logren, al lavoro, a mia moglie e ai miei due splendidi figli. Tornando al libro, ciò che mi frenò inizialmente all’acquisto fu il credere, erroneamente, che l’opera fosse figlia del fenomeno “Il Trono di Spade”, che non ho mai adorato particolarmente.
Avete fatto caso che l’autore ha inserito numerosi riferimenti a favole classiche nel contesto della sua storia? Come fossero un background di leggende.
In ultima analisi non so se comprerò anche gli altri romanzi della Saga, ho come l’impressione che la trama ruoti quasi sempre su contenuti simili. Per questo chiedo a voi, che magari li avete già letti, se la storia evolve, oppure mantiene costantemente la struttura a episodi.






Prima parte della rubrica: Come ho creato il Mondo di Arbor


                                           Versione Giochi di Ruolo           


                                                 Versione Romanzi

Creare un mondo da zero non è assolutamente una cosa semplice. Come potete vedere dalle immagini, che rappresentano già una vera chicca per gli appassionati della Saga, la prima versione è quella creata per le mie campagne di gioco di ruolo fantasy mentre la seconda, che vedete intera per la prima volta (nelle pubblicazioni è sempre tagliata), è la versione finale. Vediamo ora come ci sono arrivato: sono partito dalla geografia, innanzitutto ho stabilito le dimensioni del continente, basandomi sulle distanze che un eroe avrebbe dovuto percorrere per compiere un ipotetico viaggio, poi ho cominciato a riempire lo spazio vuoto.
Prima le montagne, cercando di capire come potevano essersi formate, senza che spuntassero all’improvviso come i funghi, poi i fiumi, i laghi e per ultime le foreste e le pianure. Ho posto il regno del male a nord, quasi spontaneamente, come se vi fosse una regola stabilita che prefigura la sfida come un sentiero da dover fare in salita. Per diversi anni ho usato la prima versione poi, dovendo pubblicare il primo romanzo della Saga di Logren e avendo contattato un disegnatore professionista per realizzare la cover (Andrea Tentori Montalto), ho pensato di dover ritoccare e migliorare anche la mappa di Arbor.
Ci ha pensato mia moglie, che si è laureata alle Belle Arti di Roma ed è dotata sicuramente di un colpo d’occhio migliore del mio, oltre che maggiormente ferrata in coerenza geografica. Nella prima versione della mappa c’erano, infatti, dei fiumi che non risultava ben chiaro da dove partissero o cosa li alimentasse.
Nella seconda versione ho inserito anche degli elementi visivi più caratterizzanti, come la frattura sopra le paludi (togliendo le montagne), il pozzo oltre la Dorsale a nord e la super cascata proprio sulla catena montuosa principale.
Ad ogni modo, una volta pronto il contesto si può passare all’operazione successiva, cosa di cui parlerò la prossima volta.
Idee per le vacanze

Negli ultimi anni, io e mia moglie abbiamo sempre optato per il mare per le nostre vacanze estive, in particolare la costa adriatica ma quest’anno, per colpa della situazione che si è venuta a creare, abbiamo pensato di restare a casa. Tanto più che, da buon Hobbit, ho preparato un orto davvero grande: basilico, fagiolini, melanzane, peperoni, meloni retati, zucchine, pomodori e zucche.
Nei prossimi fine settimana contiamo comunque di visitare luoghi di vacanza vicini e tra di essi vi consiglio un paio delle nostre mete programmate:
-   Scanno (Abruzzo) / Chiesa di Santa Maria Annunziata o Madonna del Lago 
-      Terme di Cretone acque termali (Lazio)

OMAGGIO SPOILER – stralcio del primo capitolo del quarto romanzo della Saga della Corona delle Rose (testo in fase di bozza)

Prologo…

Un ammasso oscuro, compatto e impenetrabile come l’olio denso di una lanterna, dilagò nella cavità vertiginosa della montagna, attraverso uno squarcio dai contorni frastagliati di un’apertura mastodontica.
Nel momento in cui l’entità sfiorò il suolo coperto dalla bruma grigia, da questa si sollevarono arti lunghi e sproporzionati, con dita affusolate munite di artigli, che tentarono prima di avvinghiarla e non riuscendoci, provarono poi a sferzarla, ma anche così non riuscirono a immobilizzarla.
Ad ogni attacco la misteriosa manifestazione si divise in una moltitudine di tentacoli, riuscendo a vanificare i tentativi di contatto. Vorticando come una tormenta puntò velocemente verso la volta, spingendosi poi verso un costone di roccia, alla cui base si apriva una cavità immersa nell’oscurità, un portale colossale delimitato da massicci blocchi di pietra grigia con un architrave sporgente.
Tutto intorno s’intravedevano anche altre costruzioni ma erano avvolte dal silenzio di un abbandono segnato dal tempo, con anfratti oppressi da un buio fitto.
Con il groviglio di appendici affusolate alle calcagna, il corpo misterioso puntò dritto verso una luminescenza d’un azzurro vivo che s’intravedeva sul fondo del passaggio. Avanzò, acquistando una parvenza umana e si avvicinò il più possibile al luogo da cui proveniva la luce.
Prima di sbucare nel nuovo ambiente si fermò e si volse.
Degli arti privi di un corpo, che avevano provato a lacerarlo, non v’era più traccia e allora sublimò in una forma più definita, quella di un umanoide corpulento: un Nirb!
Era Carvahèl, il Negromante, il Signore della Cittadella di Nhea!
Mantenne ancora qualche istante lo sguardo infastidito nella direzione da cui era passato, esalò un respiro che si condensò in una nube violacea nell’aria gelida e pose la sua attenzione, velata da un cupo timore, nella direzione che aveva intrapreso. Vestiva una vecchia tunica nera e anonima, non portava armi al fianco e anzi si teneva la vita con una mano, come se tentasse di alleviare un dolore lancinante.
Intorno a lui si delineava un passaggio dalle pareti percorse da solchi e formazioni tondeggianti levigate, dalla natura totalmente sconosciuta: il materiale di cui erano composte non era pietra ma qualcosa di simile all’argilla.
Azzardò un passo claudicante e non riuscì a celare una smorfia di sofferenza; sul volto barbaro si aprirono delle lacerazioni da cui scintillò un bagliore argenteo.
Vacillò e dovette tenersi con l’altra mano alla parete, trascinando le gambe possenti come se non riuscisse a sollevarle dal suolo.
Nel momento in cui il Nirb oltrepassò la soglia del nuovo ambiente Logren udì una voce che lo fece rabbrividire.
«Lui è qui!» esclamò, con un tono saturo di odio.


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